martedì 19 febbraio 2013

SUONI D'UNA VITA INCOMPIUTA. EDUARD STRELTSOV.

di Gianmarco Pacione (per seguirci su Fb clicca qui)


Un giovane Streltsov

Tic-tac. Tic-tac. Echeggia, monotono, il perpetuo richiamo dell’ascia che fende l’aria per poi tornare a contatto con il tronco ghiacciato. Ricorrenza inattaccabile. Il legno scalfito, le braccia stanche: è l'inverno del 1963.

Tic-tac. Tic-tac. Il tempo scorre, inesorabile. Gli occhi restano fissi a terra. La neve scende, fitta, a pochi metri di distanza, appare come la più amara delle visioni ad Eduard Streltsov; lo sguardo scappa per un istante verso quella bianca coltre, poi, immediatamente, torna a sondare la corteccia.

Tic-tac. Tic-tac. I piedi che si muovono, obbligati, congelati. Come i ricordi. Il magico dialogo tra la palla e quegli scarpini neri che non smetteva mai di lucidare, intonati perfettamente all’enorme T sul suo cuore. Il passato che riaffiora giorno dopo giorno, ora dopo ora, istante dopo istante: Eduard è al quinto anno di lavoro forzato in un gulag siberiano; Eduard è più che mai lontano dalla civiltà, lontano da Mosca, lontano dal pallone, lontano da se stesso.

domenica 17 febbraio 2013

IL GREGARIO CON LE ALI: STORIA DI ANTONINO ASTA


Non finirò mai di ripeterlo: il calcio è magia perché è tutto fuorché una palla che rotola. E', nelle sue infinite declinazioni e sfaccettature, come un enorme libro pieno di storie, storielle e storiacce di ogni genere: dal romanzo di formazione al fantastico, dal giallo all'umoristico. Una di queste storie prende in vita in Italia, a cavallo fra la seconda metà degli anni novanta e l'inizio del nuovo millennio. L'insospettabile protagonista è un siciliano di Alcamo trapiantato a Milano, un ometto alto un metro e settantadue con una grande passione per il calcio. Le sue giornate le divide tra un allenamento e il bancone del bar dove lavora. Il suo nome è Antonino Asta, e questa è la sua storia.

venerdì 15 febbraio 2013

PAUL GASCOIGNE: L'UOMO OLTRE LA LEGGENDA


“Ma l'avete visto Ince, con la testa fasciata? Sembrava una pinta di Guinness che correva per il campo!”- Paul Gascoigne.

Sembra impossibile, ma per molti sta quasi tutto qui. Basterebbe questa frase,  nient'altro. Il calcio, la birra, la dissacrante ed ironica condotta di vita. Il problema è che quel “quasi” conta più di tutto il resto. Perché raccontare Paul Gascoigne non può essere solo un semplice esercizio di goliardia, raccontare di Gazza è una responsabilità. Scrivere di Gazza è un peso, un macigno, un rischio. E' mettersi di fronte a un simbolo, a una leggenda e andare oltre l'involucro appariscente, scoprendo tutto ciò che c'è dietro.